SPESE CONDOMINIALI RIDOTTE SE L’APPARTAMENTO È VUOTO?
La domanda è legittima: perché pagare le spese condominiali se l’appartamento è vuoto? Non si potrebbe ottenere perlomeno una riduzione? La risposta, purtroppo, è no. Quando si acquista una casa all’interno di un condominio, infatti, si assumono precisi obblighi, tra i quali il pagamento delle spese relative alla manutenzione delle aree comuni. Qualche speranza, però, c’è.
Come e perché si devono ripartire le spese
Il Codice civile prevede che le spese condominiali relative a manutenzione, conservazione e godimento delle parti comuni dell’edificio siano sostenute dai condòmini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno (quindi più millesimi possediamo, più alta sarà la quota da versare). Questo perché nel momento in cui compriamo un’unità abitativa all’interno di un condominio diventiamo proprietari anche delle aree comuni (ovvero giardino, rampe di accesso, ascensore e lo stesso suolo su cui sorge il palazzo), indipendentemente dall’uso che ne facciamo.
La sentenza della Cassazione e le eccezioni
Con una sentenza del 2003 la Corte di Cassazione ha espressamente dichiarato che ogni proprietario ha l’obbligo di partecipare ai costi degli interventi di manutenzione stabiliti dall’assemblea condominiale, a prescindere dal suo utilizzo o meno dell’unità immobiliare. Ci sono però delle eccezioni: la prima riguarda le spese condominiali connesse ai consumi, che in questo caso non saranno addebitate al proprietario dell’appartamento vuoto (si pensi per esempio al riscaldamento centralizzato con valvole termostatiche) e la seconda è legata alle decisioni delle singole assemblee condominiali. Lo stesso Codice civile, nell’imporre la ripartizione delle spese, afferma infatti “salvo diversa convenzione”, quindi se i condomini lo ritengono opportuno possono esonerare un proprietario dal pagamento.
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