RIFORMA DEL CATASTO, IN CHE COSA CONSISTE LA PROPOSTA TANTO DISCUSSA
La riforma del Catasto è uno degli articoli più discussi della bozza di revisione del sistema fiscale presentata dal premier Mario Draghi e dalla maggioranza.
Ecco le principali misure inserite nella legge delega, approvata il 5 ottobre dal Consiglio dei Ministri, a eccezione della Lega.
La riforma del Catasto nella bozza del Governo
È composta da 10 articoli la bozza di delega al governo per la revisione del sistema fiscale, discussa prima dal premier Mario Draghi, dal ministro dell’Economia Daniele Franco e dai capi delegazione delle forze politiche che sostengono l’esecutivo, e poi approvata dal Consiglio dei ministri a eccezione della Lega.
Con questo provvedimento, il Governo vuole adottare strumenti legislativi finalizzati alla modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e alla revisione del catasto.
Riforma del catasto: nuovi criteri dal 2026
I punti principali della riforma del Catasto sono due. Il primo è l’abbandono dell’attuale sistema di rendite e moltiplicatori: al loro posto, saranno introdotti nuovi criteri per la descrizione degli immobili, più vicini al mercato, da utilizzare a partire dal 1° gennaio 2026.
Come si legge nella bozza di legge, i nuovi criteri non saranno utilizzati «per la determinazione della base imponibile dei tributi la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali».
Il secondo punto della bozza di delega prevede una struttura di controlli sugli immobili fantasma che sfuggono al Catasto attuale, per contrastare l’evasione. Sarà necessario un aggiornamento del sistema della mappatura catastale, in particolare degli immobili non censiti e abusivi. Previsto anche un aggiornamento periodico di valori e rendite e norme ad hoc per gli immobili storico-artistici.
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