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“Requisiti, calcolo Isee e obblighi: come funziona il reddito di cittadinanza”

requisiti

Quali sono i requisiti necessari per ottenere l’erogazione del reddito di cittadinanza?

Per avere diritto all’erogazione del reddito di cittadinanza bisogna innanzitutto essere maggiorenni. Per chi ha più di 65 anni, il reddito di cittadinanza cambia nome e diventa “pensione di cittadinanza“.

A parte il dato anagrafico, i nuclei familiari beneficiari dovranno avere un Isee inferiore a 9.360 euro all’anno. Inoltre, non bisogna avere un patrimonio mobiliare superiore ai 6.000 euro che può aumentare in base al numero dei componenti del nucleo familiare e all’eventuale presenza di una persona disabile.

Il patrimonio mobiliare include qualsiasi forma di risparmio: titoli di stato, BOT, CCT, azioni, buoni fruttiferi, fondi di investimento e simili. Nel patrimonio familiare vengono anche computati i conti correnti, con riferimento al saldo al 31 dicembre dell’anno precedente oppure alla giacenza media sul conto se superiore al saldo.

Nell’ Isee viene poi, ovviamente, incluso il reddito prodotto dai componenti del nucleo familiare, che non deve superare i 6.000 euro annui per i single, 6.000 euro annui moltiplicati per la scala di equivalenza per i nuclei familiari composti di più persone, 7.560 euro annui per gli ultra sessantacinquenni e un massimo di 9.360 euro se il nucleo familiare vive in affitto.

La scala di equivalenza è un concetto chiave per comprendere se si hanno i requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza, che viene concesso non ai singoli ma al nucleo familiare. Il richiedente – per l’applicazione della scala di equivalenza – vale uno; ciascun ulteriore componente del nucleo anagrafico maggiorenne vale 0,4; ciascun minorenne vale 0,2 e il moltiplicatore massimo è pari a 2,1. La scala di equivalenza si applica sia per calcolare il requisito reddituale che per l’ammontare del reddito di cittadinanza erogato.

Da ultimo, nessun componente del nucleo deve avere autoveicoli immatricolati negli ultimi 6 mesi di cilindrata superiore a 1.600 cc né motoveicoli immatricolati negli ultimi due anni di cilindrata superiore a 250 cc, né barche. Il dato interessante è che il decreto si riferisce sia ai beni di proprietà sia, più genericamente, ai beni di cui si ha “piena disponibilità” così includendo il caso di un’auto formalmente intestata ad altri ma in realtà nostra.

Sono previste restrizioni che hanno a che fare con il patrimonio immobiliare? Quali sono?

Il patrimonio immobiliare, che già è presente nel modello Isee di un nucleo familiare, rappresenta un altro tassello restrittivo per ottenere il reddito di cittadinanza. Ad esclusione della prima abitazione, il nucleo familiare non deve possedere un patrimonio immobiliare superiore a 30.000 euro, come individuato ai fini Isee/Imu.

Quali passi si devono compiere per presentare la domanda?

Bisognerà compilare e inviare un modulo predisposto dall’Inps. Lo si potrà inviare tramite Poste italiane, tramite i centri di assistenza fiscale convenzionati con Inps oppure online, tramite un sito internet che sarà predisposto nelle prossime settimane. La domanda verrà poi trasmessa all’Inps entro 10 giorni. Nei 5 giorni successivi l’Inps verifica la sussistenza dei requisiti e dispone l’erogazione del reddito di cittadinanza dal mese successivo.

Quali sono le differenze per il reddito di cittadinanza nel caso di un individuo singolo o di un nucleo famigliare?

Una persona che vive da sola può raggiungere un sostegno economico pari a 780 euro ogni mese. Oltre ai 500 euro integrativi al reddito, che sono l’importo massimo erogabile a titolo di reddito di cittadinanza, il single potrebbe ricevere 280 euro come contributo per pagare l’affitto della casa.

Se invece è proprietario della casa, ma dimostra di avere un mutuo da pagare, riceverà 150 euro come contributo raggiungendo però la cifra totale di 650 euro. Altro discorso, invece, per le famiglie. Accanto ai parametri di contributo per l’affitto o per il mutuo della casa che sono simili al beneficiario single, vi è una diversificazione di integrazione al reddito a seconda dei componenti del nucleo familiare, soprattutto se ci sono disabili o altri disoccupati di lungo corso. La somma verrà individuata applicando la scala di equivalenza di cui abbiamo già parlato.

A quali impegni è tenuto chi percepisce il reddito di cittadinanza?

Il beneficio è condizionato alla dichiarazione, da parte dei componenti del nucleo familiare maggiorenni e ad eccezione degli ultra sessantacinquenni, di immediata disponibilità al lavoro. Sono inoltre esonerati dalla dichiarazione di disponibilità al lavoro i componenti del nucleo che si occupano di bambini di età inferiore a tre anni o di persone non autosufficienti o disabili gravi componenti del nucleo.

C’è un puntuale crono programma inserito nel “Patto per il lavoro” dove inizialmente il beneficiario del reddito di cittadinanza sarà impegnato in percorsi di formazione e in lavori socialmente utili fino a otto ore settimanali e dovrà dimostrarsi disponibile dinnanzi alle offerte di lavoro proposte. Il decreto ne prevede tre e, a seconda della disponibilità dimostrata, inserisce il criterio della differente distanza chilometrica o temporale tra la prima offerta e la terza.

Se il beneficiario del reddito di cittadinanza rifiuterà le tre proposte di lavoro perderà il sussidio. Il Patto per il lavoro prevede inoltre che il beneficiario si impegni quotidianamente per la ricerca attiva di un’attività lavorativa e consulti quotidianamente la piattaforma digitale che verrà istituita dall’Inps.

Chi non può svolgere alcun tipo di lavoro o chi dimostra di avere un bisogno più complesso e multidimensionale sottoscriverà il “Patto per l’inclusione sociale” dove, oltre al centro per l’impiego, si vedrà il coinvolgimento dei servizi sociali e di altri servizi territoriali competenti al fine di mettere in campo interventi di contrasto alla povertà.

Il reddito di cittadinanza ha una scadenza?

Il reddito di cittadinanza è riconosciuto per un periodo di 18 mesi. Al termine dei 18 mesi, se i requisiti permangono, il reddito potrà essere rinnovato dopo un mese di sospensione.

Potrà essere percepito solo da cittadini italiani o anche da stranieri?

Il reddito di cittadinanza sarà erogato a cittadini italiani o di Paesi membri dell’Unione Europea, nonché ai loro familiari (anche extracomunitari) titolari di diritto di soggiorno. Ancora, sarà erogato ai cittadini extracomunitari titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo (la ex carta di soggiorno).

Per tutti (italiani, cittadini UE e cittadini extracomunitari) è richiesta la residenza in Italia da dieci anni di cui gli ultimi due continuativamente. Il che vuol dire che il cittadino italiano che negli ultimi dieci anni abbia vissuto per alcuni periodi in Germania, Svizzera, Regno Unito – come in qualsiasi altro Paese del mondo – non avrà diritto al reddito di cittadinanza.

Solleverà sicuramente polemiche il requisito di residenza decennale soprattutto in contrapposizione con gli ultimi due anni continuativi di residenza richiesti. Quest’ultima specificazione fa pensare che negli ultimi due anni bisogna aver vissuto continuativamente in Italia mentre negli otto precedenti possono esserci state delle “pause”, ma la legge non specifica cosa si intende, quanto lunghe possano essere state queste pause.

Si tratta di una disposizione di legge che pare essere nata per i cittadini extracomunitari, per non dare il reddito di cittadinanza a stranieri che vivono in Italia da meno di dieci anni, ma siccome prevedere la residenza decennale solo per gli stranieri sarebbe stato discriminatorio e quindi incostituzionale, il Governo ha dovuto estendere il requisito anche agli italiani.

L’esito è questa norma difficilmente comprensibile che creerà non pochi problemi di interpretazione e soprattutto ricorsi e impugnazioni – a mio avviso fondate – se venisse applicata ai soli stranieri extracomunitari.

Sono previsti sgravi fiscali per le aziende che assumono percettori del reddito di cittadinanza?

Se un’azienda assume a tempo indeterminato pieno un beneficiario del reddito di cittadinanza e nei primi 24 mesi non lo licenzia (a meno che non ci sia giusta causa o giustificato motivo), si vedrà riconosciuta delle agevolazioni sotto forma di sgravi contributivi; maggiori sgravi sono poi previsti se il datore di lavoro assume soggetti svantaggiati o donne.

Si è parlato di incentivi per chi rinuncia al reddito di cittadinanza per mettersi in proprio, di cosa si tratta?

Nel decreto è prevista un’agevolazione per chi, tra i beneficiari del reddito di cittadinanza, voglia intraprendere entro i primi 12 mesi di fruizione del beneficio un’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale; ai beneficiari verrà riconosciuto un beneficio addizionale pari a sei mensilità di reddito di cittadinanza, nel limite massimo di 780 euro mensili.

Che sanzioni sono previste per le dichiarazioni false?

Il decreto punisce con la reclusione da 2 a 6 anni chi fornisce dichiarazioni non veritiere, false, omissive e chi omette di comunicare variazioni relative al reddito di cittadinanza rispetto a quanto inizialmente dichiarato.  Guardando alle esperienze del passato, il decreto prevederà un notevole impegno della magistratura penale.

Quando fu istituito il bonus bebè dal governo Berlusconi vi fu un lungo strascico di procedimenti penali per le dichiarazioni non veritiere, anche se rese in buona fede. Temiamo che, se le istruzioni e indicazioni contenute nella modulistica non saranno sufficientemente chiare, il richiedente potrebbe rendere in buona fede dichiarazioni non veritiere, innescando così un meccanismo che lo costringerebbe a difendersi in un giudizio penale, con tutte le preoccupazioni e i costi che ciò comporta, oltre che a dover restituire tutte le somme ricevute a titolo di reddito di cittadinanza.

Come si potrà spendere?

Il reddito di cittadinanza erogato andrà da un minimo di 40 euro mensili a un massimo di 780 euro (a cui aggiungere l’eventuale moltiplicatore della scala di equivalenza). L’importo verrà caricato su una carta prepagata con la quale si potrà prelevare contante per un massimo di 100 euro al mese.

Chi ha affitto mutuo prima casa potrà effettuare un bonifico al mese. Il resto del credito potrà essere speso per pagare bollette di luce e gas presso gli uffici postali oppure per pagare spese effettuate presso i supermercati, i negozi alimentari, le farmacie e le parafarmacie.

Nonostante si continui a parlare di divieto di uso del denaro del reddito di cittadinanza per il gioco d’azzardo e della necessità di spendere l’intero importo mensile senza possibilità di accantonamento, nel decreto non ci sono simili disposizioni, che potrebbero comunque essere inserite in fase di conversione del decreto legge in legge.