Contratto d’affitto, consigli utili su come risparmiare
Vivere in affitto non è sempre un buon affare. Ma se si presta un po’ di attenzione, si può scoprire che esistono alcune soluzioni grazie alle quali poter risparmiare. Vediamo quali
Ci sono, innanzitutto, le agevolazioni fiscali. Benefici che consentono di risparmiare tanto a inquilino che a proprietario.
Prendiamo, ad esempio, il caso dei lavoratori o degli studenti fuori sede. Per queste situazioni esistono detrazioni che, previa presentazione della dichiarazione dei redditi, consentono di recuperare una parte dell’importo corrisposto nell’anno.
Gli studenti universitari fuori sede possono usufruire di una specifica agevolazione fiscale: la detrazione del 19% dell’affitto pagato entro il limite di 2.633 euro annui.
Per l’affitto dell’abitazione principale la detrazione prevista è pari a 300 euro, se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro, e a 150 euro nel caso di redditi superiori.
Chi ha preso casa in affitto con contratto a cedolare secca può detrarre un massimo di 495,80 euro all’anno, che si riducono a 247,90 euro per i redditi compresi tra i 15.493 euro e i 30.987 euro.
Per i giovani tra i 20 e i 30 anni, nei primi tre anni dalla stipula del contratto di locazione, è prevista una detrazione di 991,60 euro, stesso importo previsto per i lavoratori fuori sede che hanno trasferito la propria residenza (importo che scende a 495,80 euro per i redditi compresi tra 15493,72 e 30987,41 euro).
Ma non solo. Chi non riesce a pagare l’affitto per problemi di natura economica può fare domanda per accedere al Fondo per la morosità incolpevole, un’agevolazione che si rivolge agli inquilini che hanno perso il lavoro a seguito di licenziamenti, accordi aziendali o sindacali che hanno comportato la riduzione dell’orario di lavoro o altri casi come il mancato rinnovo di contratti a tempo determinato o cessazione di attività libero-professionali. L’accesso al Fondo è consentito anche ai contribuenti che a causa di gravi malattie, infortuni o decesso di un componente della famiglia hanno dovuto affrontare spese impreviste e si trovano in situazioni di difficoltà economica.
C’è poi il contributo comunale di integrazione al canone di locazione, che può essere richiesto se la spesa per l’affitto è troppo alta rispetto al proprio reddito. In questo caso, le regole sono stabilite con bando da ciascun Comune e nella maggior parte dei casi è necessario possedere un Isee di valore non superiore a 28.000 euro.