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Cointestare casa: quali vantaggi

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Cointestare casa: quali vantaggi. Quando inizia a prendere consistenza l’ipotesi di acquistare un immobile sorgono davvero molti interrogativi, poiché nella maggior parte dei casi si tratta di un investimento di non poco conto e destinato ad avere ripercussioni (economiche e non) per molto tempo.

Tra le questioni maggiormente dibattute emerge quella relativa alla possibilità di acquistare una casa e cointestarla ad un proprio familiare, ad esempio il coniuge oppure un figlio.

La scelta di cointestare un immobile è molto soggettiva e richiede una valutazione delle esigenze nel caso concreto che tenga conto di tutti i profili della situazione.

Ecco alcuni profili che possono contribuire a rendere vantaggiosa la cointestazione.

Cointestare casa: come funziona

Per effettuare la cointestazione della casa ci sono due modalità.

La prima consiste nella diretta partecipazione dei due soggetti all’atto di acquisto e, in tal caso, la cointestazione avviene prima di divenire proprietari del bene.

All’atto della stipula del contratto preliminare o “compromesso” già sarà possibile indicare chi saranno i futuri acquirenti, oppure, per esserne sicuri, è anche possibile non fornire tale indicazione in sede di preliminare e provvedervi direttamente nell’atto di vendita e presentarsi in due a firmare al momento del rogito innanzi al notaio.

Qualora si acquisti una casa e si decida di cointestarla successivamente a un’altra persona, sarà sufficiente un successivo e separato atto e bisognerà, pertanto, recarsi nuovamente dal notaio trattandosi, di fatto, di un atto traslativo di diritti immobiliari.

In diversi casi, alcuni optano per strade diverse per raggiungere un analogo risultato, ad esempio quella di cedere la nuda proprietà riservandosi l’usufrutto.

È una scelta praticata spesso dai genitori (magari anziani) che intendono continuare a vivere nella propria casa come usufruttuari, per assicurarsi  al contempo che, in futuro e dopo la loro dipartita, la proprietà diventi “piena” in capo al figlio a cui è stata ceduta la nuda proprietà.

Effetti della cointestazione della casa

Sul bene cointestato, dunque, vi saranno due distinti proprietari e tra essi verrà determinato il sorgere del regime c.d. di comunione sul bene, disciplinato dagli articoli 1100 e seguenti del codice civile.

I dettami codicistici, nel dettaglio, trovano applicazione “quando la proprietà o altro diritto reale spetta in comune a più persone se il titolo o la legge non dispone diversamente”.

La legge stabilisce che le quote dei partecipanti alla comunione debbano presumersi uguali (al 50% se i comproprietari sono due) e che i partecipanti debbano concorrere, tanto nei vantaggi quanto nei pesi della comunione, in proporzione delle rispettive quote. Le quote potranno anche non essere uguali, qualora le parti decidano di effettuare una diversa ripartizione.

A ciascun partecipante, inoltre, è riconosciuta la possibilità di servirsi della cosa comune, ma senza alternarne la destinazione e senza impedire agli altri partecipanti di farne uguale uso secondo il loro diritto. Ciascun partecipante, inoltre, può disporre del suo diritto e cedere ad altri il godimento della cosa nei limiti della sua quota.

Casa cointestata e rapporto di coppia

Cointestare casa: quali vantaggi. Per le coppie sposate in regime di comunione dei beni la cointestazione opera automaticamente al momento dell’acquisto e dunque il bene entrerà subito in comproprietà. Moglie e marito avranno pari quote sulla casa anche qualora il corrispettivo sia stato pagato, in via esclusiva o prevalente, con i proventi dell’attività di uno dei coniugi e anche qualora il bene sia destinato a bisogni estranei a quelli della famiglia.

Invece, nell’ipotesi di coniugi in separazione dei beni, la cointestazione consentirà di realizzare, con riferimento a un solo bene, l’effetto tipo della comunione (la contitolarità). In tal modo, anche il coniuge più debole economicamente potrà contare su una tutela in caso di separazione o divorzio.

Allo stesso modo e con le stesse finalità di tutela, la cointestazione può rivelarsi un vantaggio anche per quelle coppie di fatto, non sposate e conviventi, che hanno meno tutele giuridiche rispetto alle coppie sposate. Potrà, ad esempio, consentire di tutelare il partner che, in caso di morte del compagno o fine della relazione, potrà comunque vantare una proprietà su metà (o diversa quota percentuale) del bene.

Divisione delle spese e riduzione spese successorie

Altro vantaggio legato alla cointestazione è correlato alla possibilità di divisione delle spese.

Entrambi i cointestatari, infatti, hanno i medesimi poteri sull’intero bene e rispondono parimenti degli “oneri”, a meno che non sia stabilito diversamente, ad esempio qualora sia stata prevista una ripartizione non al 50%, ma in diversa proporzione.

Si potranno, dunque, dividere tutte quelle spese correlate al bene (per utenze, ristrutturazioni, condominio ecc.) nonché le imposte.

Ulteriore vantaggio concerne le spese di successione. Infatti, qualora i cointestatari siano eredi l’uno dell’altro, stante un rapporto di familiarità, alla morte di uno dei due non sarà necessario provvedere al passaggio di proprietà per il 50% del bene e dunque le imposte di successioni saranno pagate per metà.

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