Affitti: cosa sono e come funzionano caparra e deposito cauzionale?
Caparra e deposito cauzionale: due termini che si sentono nominare spesso quando si parla di affitti. In molti casi vengono percepiti come simili, se non addirittura sinonimi, ma in realtà si riferiscono a due concetti diversi.
La caparra è costituita da un versamento di denaro a titolo di manifestazione d’interesse e impegno per la futura stipula del contratto di locazione. Di solito la si può versare all’agenzia immobiliare o direttamente al proprietario. Dopo la firma del contratto, questa somma può essere indirizzata in vari modi: può confluire nell’ammontare della prima mensilità, ritornare al conduttore o rientrare nel deposito cauzionale.
Anche il deposito cauzionale è un versamento di denaro: a differenza della caparra, esso è richiesto dal proprietario come garanzia delle obbligazioni assunte dal conduttore al momento della sottoscrizione del contratto. Lo scopo del deposito cauzionale è quello di tutelare il proprietario in caso di mancati pagamenti dei canoni mensili o eventuali danni arrecati all’appartamento.
Se la caparra perde la sua funzione al momento della stipula del contratto di locazione, la cauzione perdura per tutta la durata dell’affitto. Al termine di quest’ultimo il deposito tornerà nelle tasche del conduttore, a patto che abbia rispettato tutte le obbligazioni previste dal contratto: un esempio è la riconsegna dei locali nelle stesse condizioni iniziali, fatta eccezione per la cosiddetta usura d’uso, a lui non imputabile. Secondo la legge il deposito cauzionale non può mai superare le tre mensilità di canone e non è da intendersi come anticipo sulle mensilità di affitto. Non è quindi possibile evitare di pagare le ultime mensilità di contratto facendole sostituire al deposito cauzionale.