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Affitti brevi: cedolare secca al 26%

Affitti brevi

Il nuovo Disegno di Legge dovrebbe infatti prevedere un aumento della tassazione in regime di cedolare secca sugli affitti brevi.

Al momento le locazioni turistiche beneficiano del regime di tassazione in cedolare secca del 21%, se il locatore ha meno di 4 appartamenti da cui genera un reddito di questo tipo.

La Legge di Bilancio vedrebbe quindi un rialzo di questa tassazione. La cedolare secca per gli affitti brevi passerebbe dal 21% al 26%, a partire dal 1° Gennaio 2024.

Questa proposta si inserisce all’interno di un processo più ampio di regolamentazione degli affitti brevi, per il quale si sta da tempo discutendo una proposta di Decreto Legge.

L’idea del Decreto da parte del Ministero del Turismo era di rivedere il numero limite di appartamenti per cui fosse possibile operare entro il regime di cedolare secca. Se, come detto prima, oggi il limite è fissato a 4 appartamenti, il nuovo Decreto vorrebbe abbassare la soglia a 2 unità abitative.

In maniera congiunta, si lavora anche per ridurre sistematicamente gli affitti “single day”, ovvero che prevedono un pernottamento di una singola notte.

Attualmente la cedolare secca è strutturata su due binari: per gli affitti a canone concordato e in presenza di specifici requisiti si applica l’aliquota del 10 per cento, mentre per la restante categoria di locazioni la percentuale dovuta è del 21 per cento.

Sugli affitti brevi l’aliquota applicata è quella del 21 per cento e in tale perimetro rientrano anche le locazioni turistiche, secondo quanto previsto dal decreto legge n. 50/2017, che ha introdotto quella che è stata definita come “tassa Airbnb”, e dalle successive modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2021, che ha ridisegnato i requisiti per l’applicazione della cedolare secca.

Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo.

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